La pagella-letteraria del giorno: Bullet, di Laurell K. Hamilton

Buongiorno lettori e lettrici del mercoledì mattina! Oggi parliamo di Bullet, di Laurell K. Hamilton. Diciannovesimo volume della serie di Anita Blake, vede la cacciatrice di vampiri, marshal federale, risvegliante di morti di professione, Anita, alle prese con l’attacco metapsichico della più grande minaccia che abbia dovuto affrontare finora, la Madre di tutte le Tenebre, Marmèe Noir, Mammina cara.. Insomma, il male fatto persona, la madre di tutti i vampiri, nonostante il suo corpo sia stato distrutto in un’esplosione, continua a proiettare la sua coscienza in giro per la comunità vampirica, con l’intenzione di portare le tenebre in tutto il mondo.

Farà la sua ricomparsa uno dei personaggi più controversi della saga, Richard Zeeman, il terzo componente del triumvirato di potere che lo lega con Anita e il suo master vampiro, Jean Claude.
Già nei libri precedenti abbiamo potuto capire quanto la crescente disinvoltura sessuale di Anita lo abbia portato all’esasperazione, conducendolo a comportarsi in modo crudele, egoista e, molto spesso, da cavernicolo.
Personalmente non lo amo molto come personaggio. Mi fa arrabbiare la sua prepotenza e la presunzione nel giudicare Anita e i suoi ‘numerosi’ amanti, dei mostri, quando egli stesso è parte di quel mondo, anche se troppo spaventato dall’idea di esserlo, da temere di sporcarsi le mani in più di un’occasione, lasciando Anita a svolgere il lavoro sporco per lui.

Torniamo al libro.

Non voglio spoilerarvi troppo di ciò che accadrà, perciò, senza far nomi, vi preannuncio che qualcuno morirà, qualcun altro cercherà di operare un voltafaccia che nessuno si aspettava, ma soprattutto, ci  sarà, anche in questo volume, troppo spazio dedicato al sesso metafisico di Anita, e troppo poco lasciato alla vera trama.

Quanto mi manca la vecchia Anita, ai tempi in cui risvegliava i morti, in cui, da vera bad-ass, affiancata da Edward, sterminatore di vampiri più feroce di lei (vi dico solo che gli stessi vampiri lo chiamano Morte), partiva alla carica con il suo arsenale di armi, pronta a difendere la città e coloro che amava dai vampiri cattivi.
Devo ammettere, mio malgrado, perchè amo la saga e non vorrei parlarne così, che la lettura in alcuni momenti mi è risultata faticosa, arrivando a suscitare in me la tentazione di saltare qualche pagina (inaudito!). Troppo sesso, troppi intrecci metapsichici e poca azione.
Già da qualche volume ho iniziato a rendermi conto che questa è la piega che la saga sta prendendo, ma questo in particolare, purtroppo, mi ha un po’ delusa. Mi aspettavo azione! Bullet, vuol dire pallottola, perciò credo di essermi creata delle aspettative che, una volta disattese, mi hanno portata ad essere un po’ severa.

Ho sul comodino, pronto per essere letto, Hit List, il volume successivo, che spero non mi deluda. Detto questo, passo alla Pagella Letteraria.

 
Trama: 6

Perchè, come ho già detto, poteva avere più spazio all’interno del romanzo, ‘tagliando via’ un po’ di scene di sesso a cui è stato dato troppo ampio respiro.

Coinvolgimento: 6.5

In alcuni momenti mi è capitato davvero di ‘andare a farfalle’, perchè la trama non mi coinvolgeva.

Linguaggio: 7

Non posso dare più di sette, che già è un buon voto, considerando che nel 80% del libro si parla di sesso. Peccato, perchè i primi romanzi della serie si sono meritati anche un nove, in alcuni casi.

Personaggi: 6.5

Anche qui manca qualcosa. Abbiamo capito che ogni personaggio che Anita incontra è dotato di incredibile bellezza (donna fortunata), ma cosa c’è oltre? Manca il profilo psicologico ed emotivo di molti di loro. Tanto per dirne una, viene dato tanto spazio ai soliti capricci di Asher, che vuole essere al centro dell’attenzione, senza peraltro riuscirci, ma gli altri? Nathaniel, cosa pensa? Micah è davvero sempre così accondiscendente? Conosciamo solo una piccola parte dei co-protagonisti della saga e l’autrice non sembra volerci dire di più, trascurandoli in virtù dei sempre più rocamboleschi e improbabili scenari sessuali.

Ambientazione: 5

Merita un’insufficienza l’ambientazione. Un intero libro ambientato quasi esclusivamente all’interno dei sotterranei di un club, in cui le uniche cose descritte sono le lenzuola del letto gigante del Master e poco altro, non può arrivare alla sufficienza.

Totale: 31/50

Poco più della sufficienza per questo diciannovesimo ‘capitolo’ nella storia di Anita Blake. Spero con tutto il cuore che il prossimo volume mi faccia perdonare le lacune di questo, perchè la saga prometteva benissimo in partenza e vorrei che continuasse ad appassionare i lettori come all’inizio.

La rubrica Pagella Letteraria si aggiorna alla prossima lettura,
A presto!